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La
generazione rubata
(Rabbit proof fence)
di Jenny Rowley e Liliana Belletti Lo
sguardo profondo e intenso di Molly, la protagonista |
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Il film vive dei bellissimi paesaggi, della presenza carismatica della protagonista, della bella idea di partenza. Se allinizio il regista (Philip Noyce, reduce da un decennio hollywoodiano non proprio edificante) non avesse troppa fretta di portarci via dalla piccola località di Jigalong e dalla sua comunità matrilineare, si sarebbe potuto capire qualcosa di più sulla cultura aborigena, così profondamente in armonia con i ritmi della natura e così misconosciuta. Nel modo di presentare il contrasto tra i due mondi cè qualcosa di troppo didascalico, di troppo prevedibile, che fa di Generazione rubata non il capolavoro che avrebbe potuto essere, ma comunque un prodotto interessante, da non perdere. |